Filosofia Estetica Applicata: differenze tra le versioni

Da Filosofia Estetica Applicata.
(Il "Meccanismo" della conoscenza)
(Nasce la Filosofia Estetica Applicata)
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rappresentazioni naturali e create; finalmente, pari a dio, rappresentano nell’apparente natura visiva il
 
rappresentazioni naturali e create; finalmente, pari a dio, rappresentano nell’apparente natura visiva il
 
reale delle emozioni: i segni estetici della bellezza, della libertà creatrice.
 
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== L'Oracolo di Delfi ==
 
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Versione delle 15:24, 14 apr 2015

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La “suprema ricerca” dell’Arte ha chiarito che nell’universo esistono due divinità complementari nate spontaneamente e in assenza di volontà, l’increato dio dell’Energia e l’increato Dio del Pensiero. Il dio dell’Energia o “coscienza fisica”, testimoniato da ogni “particella” elementare, agisce nel limitatamente piccolo dell’universo; il Dio del Pensiero o coscienza umana, testimoniato dall’uomo, agisce nella luce dell’immensamente grande dell’universo.


Il meccanismo della conoscenza

Presentazione

La “suprema ricerca” dell’Arte ha chiarito che nell’universo esistono due divinità complementari nate spontaneamente e in assenza di volontà, l’increato dio dell’Energia e l’increato Dio del Pensiero. Il dio dell’Energia o “coscienza fisica”, testimoniato da ogni “particella” elementare, agisce nel limitatamente piccolo dell’universo; il Dio del Pensiero o coscienza umana, testimoniato dall’uomo, agisce nella luce dell’immensamente grande dell’universo.

Il dio dell’Energia, con il sacrificio di se stesso, insieme alla sua incommensurabile e armoniosa moltitudine rappresenta ogni spaziotempo visibile e invisibile; il Dio del Pensiero lo percepisce con la coscienza e lo esprime con la ragione, traducendolo in parola e in verbo. La loro complementarietà dipende dall’appartenere alla stessa categoria; entrambe le divinità o coscienze sono increate, cioè nate spontaneamente e in assenza di volontà; sono quindi natura, e il loro linguaggio è rappresentativo dello spaziotempo.

Soltanto l’increato Dio del Pensiero (la coscienza umana, dotata di ragione), può però esprimere ed esternare anche rappresentativamente ciò che l’increato dio dell’Energia (“coscienza fisica”) rappresenta.

Per l’uomo sarebbe stata un’impresa impossibile esprimere e rappresentare consapevolmente l’“amore” di dio dell’Energia se la natura non gli fosse venuta incontro, rappresentando attraverso l’incommensurabile varietà fisica e biologica degli organismi viventi i segni estetici della bellezza. L’uomo primitivo, infatti, osserva il proprio corpo e la natura che lo stupisce; ciò che lo meraviglia, crede sia bello. Ciò che crede sia bello, lo indossa per rendere attraente il proprio corpo e, con le primitive manifestazioni dell’arte, lo rappresenta.

L’uomo, che ha iniziato il suo viaggio nell’universo, si riproduce biologicamente scegliendo il bello di se stesso, e con l’arte cerca di rappresentare l’idea universale di bellezza. Il suo corpo è la testimonianza visiva dell’evoluzione estetica avvenuta nel corso dei millenni; i suoi volumi, le sue superfici, i suoi segni, liberi, belli e seducenti, sono stati selezionati inconsapevolmente dalla coscienza dello stesso uomo, nata a immagine e somiglianza di dio, della “coscienza fisica”.

L’uomo, pur riconoscendo tutto il valore della bellezza, prima della scoperta rappresentativa di dio non è mai riuscito a rappresentarla con la piena consapevolezza della ragione.

Sono trascorsi i millenni, e accanto all’arte è apparsa la scienza fisica. L’arte, rappresentando le percezioni della coscienza, può disegnare l’idea universale di bellezza; la scienza fisica, portando le esperienze della ragione agli estremi limiti, scopre un’entità invisibile ed eterea simile al Pensiero: l’Energia madre di dio, padre dell’universo, il quale “disegna” la bellezza della natura. La ragion pratica dell’artista, finalmente libera dalla “materialità” attraverso l’“energia” creativa del Pensiero, disegna il “pensiero” increato dell’Energia, cioè dio, e con esso giunge alla rappresentazione consapevole della bellezza. Torna su

La fonte primigenia di ogni rappresentazione

Dopo la scoperta rappresentativa di dio dell’Energia, l’universo delle esperienze della ragione si estende sino ad includere quello percettivo della coscienza (Dio del Pensiero). Con dio forma fisica che tutto configura, unifica e spiega, tutto è conoscenza, consapevolezza o esperienza. È semplice così riconoscere i significati percettivi relativi ai segni estetici o segni primogeniti che rappresentano le emozioni, le quali si dividono in sensazioni (libertà, bellezza seduzione) e sentimenti (amore, ricordi, aspirazioni), riscontrati in dio e “suggeriti” dalla coscienza umana. Dio rappresenta ciò che è amore, libertà, bellezza e seduzione.

Dio dell’Energia, rappresentato da ogni “particella” elementare, è la fonte primigenia di ogni conoscenza, anche di quella rappresentativa.

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Ogni “particella” elementare, esprimendo lo spaziotempo assoluto della natura, ossia l’universale che tutto configura, unifica e spiega, rappresenta la primigenia dei sentimenti e delle sensazioni.

  • I sentimenti: amore, ricordi e aspirazioni, sono percezioni della coscienza umana rappresentate in natura dall’interiorità dello spaziotempo assoluto di dio.
  • Le sensazioni: libertà, bellezza e seduzione, sono percezioni della coscienza umana rappresentate in natura dall’esteriorità dello spaziotempo assoluto di dio.

Scoperto dio dell’Energia, sorgente invisibile che dà significato ad ogni rappresentazione visibile, l’uomo o Dio del Pensiero, può disegnare consapevolmente ogni emozione (sensazioni e sentimenti) espressa dalla sua coscienza e può riconoscere il significato letterale dello spaziotempo, che rappresenta ogni particolare sia della natura, sia della ragione. L’artista e l’architetto, dopo la loro millenaria attività, finalmente sono consapevoli che ad ogni rappresentazione corrisponde un’espressione lessicale, e viceversa, che ad ogni lessico corrisponde una rappresentazione; finalmente rompono il velo sul significato percettivo di tutte le rappresentazioni, naturali o create, configurate da volumi, superfici, segni e colori. Convertite le percezioni della coscienza in esperienze della ragione, tutto diventa consapevolezza. La ragione figlia si identifica con la coscienza madre, e quindi con dio, e liberamente rappresenta nell’apparente natura visiva con i segni estetici la realtà delle emozioni, e con essi la bellezza. Torna su

Lo spaziotempo polare dei sentimenti

I sentimenti in natura sono rappresentati dall’interiorità dallo spaziotempo assoluto di dio, testimoniato da ogni “particella” elementare di energia; esso interiormente rappresenta la primigenia dell’“amore”, da intendersi come testimonianza sempre-presente posto a fondamenta della natura. Traducendo lo spaziotempo assoluto interiore delle “particelle” in linguaggio umanistico, si deduce che dio attraverso la continua testimonianza rigenerativa, rappresenta nel buio del limitatamente piccolo, come atto di potenza, la primigenia dello stato puro di due espressioni complementari dell’“amore”:

  • L’espressione dionisiaca del disordine creativo: l’eros dell’amore libero.
  • L’espressione apollinea dell’ordine creativo: l’agape dell’amore riflessivo.

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  • L’interazione tra l’“amore”, libero e riflessivo, configura generosamente tutto l’universo e noi.

L’“amore” sempre-presente dell’increato dio dell’Energia, “coscienza fisica”, dopo l’evoluzione fisico- chimica e biologica degli esseri viventi, configura l’encefalo plastico dell’uomo e si converte in Pensiero, testimoniato dall’increata coscienza umana.

  • Ciò che dio, “coscienza fisica”, rappresenta, è percepito dalla coscienza madre la quale cerca di rappresentarlo con la ragione figlia.

L’uomo attraverso la coscienza percepisce l’invisibile “amore” di dio e lo percepisce anche dall’ambiente in cui vive, quando osserva l’origine (O) attrattore e diffusore dello spaziotempo che può essere dappertutto, dove i segni e i contorni si incrociano. Con riferimento all’origine, l’uomo percepisce lo spaziotempo sempre-presente dell’amore, quello futuro delle aspirazioni e lo spaziotempo passato dei ricordi.

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L’uomo immerso nello spaziotempo polare rappresentato, ad esempio, da due superfici convergenti, oltre a percepire lo spaziotempo passato dei ricordi, quello futuro delle aspirazioni, percepisce la testimonianza rigenerativa dello spaziotempo sempre-presente dell’amore.

Lo spaziotempo polare rappresenta il sentimento dell’amore, cioè lo spaziotempo interattivo tra quello convergente all’origine, che rappresenta il sentimento dei ricordi (passato), e tra quello divergente dall’origine, che rappresenta il sentimento delle aspirazioni (futuro). Fil4.png

  • Ogni sentimento si rappresenta attraverso lo spaziotempo polare interiore di dio; ma ciò che dio rappresenta interiormente, con immanenza lo rappresenta esteriormente. In particolare:

Lo spaziotempo polare con l’origine posto in alto, esalta il passato, la storia, i ricordi; esso è rappresentato da volumi, superfici e segni convergenti, come quello delle piramidi, costruite su tutto il pianeta.

Lo spaziotempo polare con l’origine posto in basso, esalta il futuro, l’avvenire, le aspirazioni; esso è rappresentato da volumi, superfici e segni divergenti, come quello dei pendii delle montagne.

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Lo spaziotempo polare incluso tra le superfici curve (spaziotempo relativo) del corpo femminile, indipendentemente dalla funzione riproduttiva celata, rappresenta l’eros e l’agape dell’amore, cioè il desiderio che invoglia alla testimonianza rigenerativa dell’amore “carnale”.

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--- Significati percettivi dei segni polari rappresentati dallo spaziotempo interiore di dio ---

  • I segni divergenti esprimono il desiderio di testimoniare la vita, l’avvenire, il futuro delle aspirazioni.
  • I segni convergenti esprimono il desiderio di rigenerare la morte, la storia, il passato dei ricordi.
  • I segni polari, divergenti o convergenti, complementari a se stessi, inclusi in superfici estetiche relativizzate, esprimono l’eros e l’agape dell’amore.

Con la rappresentazione interiore dello spaziotempo assoluto di dio, si sono rivelati il significato dei segni, delle superfici e dei volumi; essi rappresentano i sentimenti dell’amore, dei ricordi e delle aspirazioni osservati in natura, e prima d’ora mai riconosciuti.

Le percezioni non visive della coscienza, cioè i sentimenti rappresentati dallo spaziotempo assoluto di dio, diventano esprimibili esperienze visive.

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Lo spaziotempo relativo delle sensazioni

Dopo aver esaminato lo spaziotempo polare interiore di dio, si esamina lo spaziotempo esteriore relativo alla sua superficie esterna.

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Se la bellezza è la rappresentazione esteriore dell’amore assoluto, con i seguenti segni estetici si rappresenta la primigenia della libertà, della bellezza e della seduzione. Per scoprire il significato percettivo della rappresentazione esterna di dio, poiché le percezioni non mutano se provengono da volumi, superfici o segni della stessa configurazione, a titolo esemplificativo si esamina il segno sinuoso passante alternativamente dalle origini e dai vertici della “particella”.

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Il segno sinuoso, tipico dell’onda elettromagnetica, può essere rappresentato con archi alternati ora sopra ora sotto l’asse rappresentativo di riferimento. Per comprendere il significato percettivo delle rappresentazioni seguenti, si esamina lo spaziotempo relativo del segno riferito ad un solo arco.

Spaziotempo relativo riferito ad un solo arco Fil9.png

  • All’interno dello spaziotempo concavo dell’arco, che nel mondo dei sensi può essere rappresentato da una cupola o da un muro curvo, si è inclusi o desiderati, ma non si è liberi di scegliere se sottoporsi o no all’inclusione, che è imposta dalla rappresentazione.
  • All’esterno dello spaziotempo convesso dell’arco, che nel mondo dei sensi può essere rappresentato da una cupola o da un muro curvo, si è esclusi o indesiderati, ma non si è liberi di scegliere se sottoporsi o no all’esclusione, che è imposta dalla rappresentazione.

In entrambi i casi, non si è liberi di scegliere se essere inclusi o esclusi, desiderati o indesiderati. L’oggetto della nostra osservazione, che può essere un arco, una cupola o un muro curvo, è determinato nel significato percettivo, ma non rappresenta la libertà. La libertà, quindi, non si rappresenta né con lo spaziotempo concavo né con quello convesso; si esamina quindi il segno riferito a due archi.

Spaziotempo relativo riferito a due archi Fil10.png

  • Osservando questa rappresentazione, si può essere inclusi/desiderati o esclusi/indesiderati, oppure inclusi/esclusi o desiderati/indesiderati nello stesso momento. In questo caso l’uomo, osservando sia lo spaziotempo concavo sia quello convesso, percepisce la possibilità di scegliere se essere incluso o escluso, desiderato o indesiderato. La possibilità di scegliere esprime e rappresenta la libertà.

--- Significati percettivi dei segni rappresentati dallo spaziotempo esteriore di dio ---

  • Il segno concavo esprime un’inclusione: chi lo osserva, è incluso o desiderato.
  • Il segno convesso esprime un’esclusione: chi lo osserva, è escluso o indesiderato.
  • Lo spaziotempo concavo-convesso esprime la libertà.

Gli opposti convessi e concavi interagenti rappresentano la libertà, ossia l’autodeterminazione pura dell’amore espresso dalla “coscienza fisica” e dalla coscienza umana. Non potendo esserci nel mondo dei sensi nulla di libero, è necessario che gli oggetti rappresentati attraverso qualcosa di esterno (“materia”) appaiano liberi alla coscienza (libertà del pensato e del pensante); conseguentemente l’oggetto, naturale o creato, deve essere libero nella rappresentazione. Nel superamento del mondo materiale trova riscontro tutto il valore della creatività degli artisti-architetti. Se la rappresentazione è affine alla libertà, allora si rappresenta l’autonomia estetica, che è la rappresentazione della bellezza.

  • La bellezza, è la libertà che si rappresenta nel mondo dei sensi.

La bellezza, già presente in natura e nell’opera d’arte, si riscontra osservando lo spaziotempo relativo esteriore di ogni “particella”. Quando la bellezza, rappresentata da volumi, superfici e segni, include la rappresentazione dell’amore, si rappresenta il più alto grado di bellezza: la seduzione.

  • Con i termini desiderato e indesiderato si accede nella sfera delle sensazioni rappresentate (libertà, bellezza e seduzione). Ogni sensazione si rappresenta attraverso lo spaziotempo relativo; ogni spaziotempo relativo rappresenta una sensazione.

Con la rappresentazione riferita allo spaziotempo esteriore, relativo a quello assoluto di dio, si sono rivelati i segni che rappresentano le sensazioni di libertà, bellezza e seduzione, già presenti in natura e prima d’ora mai riconosciuti.

Sono questi i significati percettivi dei volumi, delle superfici e dei segni, comprensibili dalla ragione quando si oltrepassa la dimensione dei sensi. Sono questi i significati percettivi dei segni estetici, che inizialmente selezionati dalla coscienza, hanno evoluto la bellezza del corpo umano, il contorno degli oggetti e l’opera d’arte. Sono questi i segni che armonizzano l’estetica rappresentativa di dio ben visibile nella bellezza del suo “Creato”.

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Le percezioni visive della coscienza, cioè le sensazioni, rappresentate esteriormente dallo spaziotempo assoluto di dio diventano esperienze visive facilmente esprimibili dalla ragione.

Lo spaziotempo relativo dei colori

Niente è casuale in natura, anche i colori riferiti alle onde elettromagnetiche manifestano i loro significati spaziotemporali. Non c’è niente di più “libero” in natura delle onde elettromagnetiche che viaggiano nel Cosmo. Fil12.png

Se un movimento si relativizza verso la medesima direzione spaziotemporale delle onde elettromagnetiche che compongono la luce, le onde poste dietro di noi si estendono facendoci percepire il colore rosso dello spettro elettromagnetico, mentre quelle davanti a noi si comprimono facendoci percepire il colore azzurro; le onde stazionarie, che viaggiano insieme a noi, ci fanno invece percepire il colore giallo.

Ogni colore fa riferimento alla sua ampiezza d’onda. Fil13.png

Sono questi i significati spaziotemporali dei colori fondamentali con i quali la natura dipinge le sue configurazioni. È questo il significato dei colori che riempiono la tavolozza degli artisti e, inconsapevolmente, anche la mente di chi osserva. Torna su

Lo spazio separato dal tempo

Si completa la ricerca sui segni estetici, considerando tutti gli aspetti dello spazio inerziale separato dal tempo, che per millenni ha illuso la ragione visiva. Questa separazione ha instradato l’uomo sulla via della conoscenza, ma egli non l’ha circoscritta alla semplice funzione di ordinare le sue attività: lo spazio per misurare distanze e il tempo per fissare appuntamenti. L’uomo è andato oltre; utilizzando lo spazio misurante per quantificare la “materialità” dell’egoismo umano ha discriminato la natura secondo necessità e profitti e ha utilizzato il tempo misurante spazializzato, inesistente in natura, per dividere l’uomo dall’uomo e per compromettere la sua sopravvivenza. Per l’ignoranza umana lo spazio e il tempo sono concepiti in modo assoluto, e l’energia come fonte di ricchezza; in natura invece, lo spaziotempo relativo ha un metro e un orologio elastico, lo spaziotempo assoluto di dio in ogni istante ha un metro che inverte l’ordine dei numeri e un orologio che inverte il senso delle lancette mentre l’energia, che è movimento, è fonte di libertà assoluta. La natura e dio non misurano e non discriminano. Fil14.png

L’uomo ha configurato lo spazio senza tempo attraverso gli assi cartesiani. Lo spazio cartesiano è una costruzione intellettuale inammissibile, perché lo spazio senza tempo in natura non è rappresentato, non esiste; anche per la coscienza umana è inammissibile, perché esso è sprovvisto di emozioni, di sensazioni e di sentimenti, privo di significati, privo della parola e del verbo di dio, privo della bellezza. Fil15.png

Per comprendere quanto appena affermato, si deve esaminare lo spazio cartesiano riferito al costruito del nostro vissuto quotidiano, cogliendone tutti gli aspetti derivanti dalla mancata rappresentazione del tempo. Lo spazio cartesiano si rappresenta attraverso la combinazione di due configurazioni intellettuali. La prima configurazione intellettuale inammissibile si riscontra nel parallelismo tra rette, che nella geometria euclidea è indimostrabile perché prive del tempo (postulato delle rette parallele). Tali rette pongono la loro origine nell’infinito immaginario.

  • Il concetto di infinito non si può identificare con lo spazio privo del tempo; l’infinito è la qualità rigenerativa dello spaziotempo assoluto, e soltanto in dio, l’infinito è rappresentato in modo finito.

La seconda configurazione intellettuale improbabile si riscontra nelle incommensurabili rette passanti per un punto posto nello spazio; da queste rette è stata scelta una sola terna che si incrocia a 90°, senza considerare le rimanenti. Per dimostrare quanto appena affermato, si sottopone all’analisi spaziotemporale lo spazio cartesiano. L’osservatore, pur sforzandosi di temporizzare lo spazio interno al parallelepipedo, riferendo agli angoli l’origine dello spaziotempo, non riesce a porre un’unica direzione spaziotemporale, così è annichilito lo spaziotempo naturale sempre-presente che impone un’unica direzione con riferimento alla sua origine. Lo spazio cartesiano è atemporale; in esso non si rappresenta il tempo delle emozioni, dei sentimenti e delle sensazioni. Perciò osservando il cubo, rappresentato in precedenza, non si avverte alcuna emozione. Lo spazio cartesiano dell’illusione, nato per misurare e discriminate, è diventato lo spazio dell’equivoco, dell’alienazione e delle malattie.

  • Non esiste lo spazio cartesiano in natura, così come non esiste il tempo lineare che scorre indipendentemente da esso.

La società occidentale basa su queste costruzioni intellettuali inammissibili la sua economia. È questa la causa della crisi più profonda della storia, che l’umanità sta ora vivendo. È la crisi della sopravvivenza che non ci fa ascoltare la coscienza e dio, ma che finalmente possiamo osservare. Torna su

Nasce la Filosofia Estetica Applicata

La rappresentazione consapevole del significato dei volumi, superfici, segni e colori, ha convertito tutte le percezioni della coscienza in esperienze consapevoli della ragione la quale lievita sino a coincidere con la coscienza stessa, vera ragione.

Finalmente l’universo esperienziale include quello percettivo e tutto diventa esperienza, sinonimo di coscienza. La consapevolezza rappresentativa dei segni estetici fa sorgere, finalmente, una nuova scienza: la Filosofia estetica di dio applicata all’arte, all’architettura e alla natura.

La neonata scienza, dissolvendo la crisi creativa dell’arte e dell’architettura, oltre a tradurre ogni segno rappresentato dalla natura e dalla mente in espressione, in parola e verbo, diventa propositiva e nell’apparenza della natura visibile rappresenta consapevolmente la realtà libera, bella e seducente dell’amore di dio sempre-presente, espresso da ogni coscienza umana. Fil16.png

L’artista e l’architetto consapevoli, che ogni rappresentazione ha un’espressione lessicale, che a ogni lessico corrisponde una rappresentazione, finalmente rompono il velo sul significato percettivo di tutte le rappresentazioni naturali e create; finalmente, pari a dio, rappresentano nell’apparente natura visiva il reale delle emozioni: i segni estetici della bellezza, della libertà creatrice.

L'Oracolo di Delfi

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