Percezioni: differenze tra le versioni

Da Filosofia Estetica Applicata.
(Creata pagina con "<P CLASS="western" ALIGN=CENTER STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm"><FONT FACE="Calibri, serif">Coscienza e ragione:</FONT><FONT FACE="Calibri, serif">''' percezio...")
(Nessuna differenza)

Versione delle 17:00, 14 apr 2015

Coscienza e ragione: percezioni ed esperienze<P ALIGN=JUSTIFY STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%"> <P CLASS="western" STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">La coscienza, è la vera ragione invisibile, è l’esperienza non visiva più autorevole della mente, è il Pensiero che si testimonia e rivela l’esistenza di dio; essa è increata e nasce spontaneamente in assenza di volontà dall’autoregolamentazione di tutte le esperienze, conoscenze e percezioni. La coscienza perciò è natura, esprime lo spaziotempo assoluto di dio che cerca di rappresentare stimolando la ragione; essa, essendo natura, svolge un’azione rappresentativa con l’ambiente visivo attraverso le percezioni; considera, cioè, lo spaziotempo rappresentato dagli oggetti naturali o creati dall’uomo e, confrontandolo con quello che essa stessa esprime, lo traduce in emozioni.<P CLASS="western" STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">Le percezioni sono esperienze messaggere ancora non del tutto comprese dalla ragione, limitata dal senso della vista; si distinguono in'visive e in non visive e comprendono la percezione di dio espresso dalla coscienza stessa, la quale, poiché è natura, si rappresenta attraverso l’ancora sconosciuto spaziotempo sempre-presente.'<P CLASS="western" STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%"> <P CLASS="western" STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm">Le percezioni visivecollegano l’oggetto, naturale o artificiale, con la coscienza; più precisamente, sono esperienze rappresentative non ben comprese dalla ragione, che dall’ambiente pervengono alla coscienza. Tutti gli oggetti sono rappresentati da volumi, superfici e segni spaziotemporali che la coscienza traduce in percezioni di sensazioni (libertà, bellezza, seduzione) e sentimenti (amore, ricordi, aspirazioni), ma dei quali ancora non si conoscono con la consapevolezza della ragione i loro significati letterali, indispensabili perché traducono lo spaziotempo fisico rappresentato con qualcosa di esterno in linguaggio umanistico, in parola e verbo. I segni estetici sono già presenti sia in natura sia nell’opera d’arte, selezionati inconsapevolmente dalla coscienza. <P CLASS="western" STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm">Le percezioni visive, quindi, sono messaggere di sensazioni e sentimenti provenienti da volumi, superfici e segni che rappresentano lo spaziotempo di tutto ciò che si osserva, dall’insieme degli “oggetti” naturali e degli esseri viventi all’insieme delle creazioni intellettuali visibili. Le percezioni visive sono portatrici di un messaggio educativo se provengono dai segni estetici evolutisi nelle configurazioni della natura e nel susseguirsi delle opere d’arte e sono, quindi, concordi alla coscienza; il messaggio invece è diseducativo se i segni, rappresentati dalla forza incontrollata del Pensiero, non corrispondono al principio di libertà, bellezza e amore “suggeriti” dalla coscienza. La percezione visiva sottintende, a livello delle cellule nervose, operazioni selettive indispensabili per il riconoscimento degli oggetti e per la valutazione delle sensazioni e dei sentimenti provenienti da essi. <P STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">Ogni oggetto si riconosce quando le sue proprietà ci permettono di distinguerlo dagli altri.<P STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">La prima operazione è il processo di riconoscimento, che isola l’oggetto dallo sfondo, identificandone i soli contorni. Il'segno che divide l’oggetto dallo sfondo, infatti, ha carattere peculiare. In prima analisi si individua il contorno dell’oggetto; se esso si muove (o è la nostra testa a farlo) è possibile distinguerlo dallo sfondo grazie al movimento continuo verso la stessa direzione di tutti i suoi contorni. In seconda analisi, se l’oggetto è immobile, esso si distingue dal colore, dalla luminosità e dalle sue proprietà spaziali. Per la coscienza preposta al giudizio, non è importante la materia che configura l’oggetto, poiché può giudicarlo indipendentemente da ciò che lo costituisce, ma ciò che è fondamentale è il segno ovvero il solo contorno.<P STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">La seconda operazione è il processo di valutazione, che esamina il sentimento o la sensazione che proviene dal segno. Con l’analisi del segno, la coscienza oltre ad esaminare l’universo degli oggetti visibili, giudica il loro fascino poiché coscienza, libertà, bellezza e amore sono un tutt’uno. L’oggetto, attraverso la percezione del segno, infatti, è giudicato dalla coscienza, che decide se è più bello di un altro oggetto appartenente alla stessa categoria. <P STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">Prima della scoperta di dio dell’Energia, il quale tutto configura, unifica e spiega, la coscienza ha esaminato ed evoluto i segni estetici della libertà, della bellezza e dell’amore senza implicare consapevolmente la ragione; con i segni estetici riscontrati in dio l’analisi è espressa in modo consapevole dalla ragione, che coincide quindi con la stessa coscienza. <P ALIGN=JUSTIFY STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%"> <P CLASS="western" STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm">Le percezioni non visive sono esperienze di emozioni della coscienza non ben comprese dalla ragione e che pervengono all’ambiente. Le percezioni non visive della coscienza sono portatrici dei messaggi propositivi. Con tali messaggi la coscienza ha determinato imperativamente la ragion pratica degli artisti a rappresentare, attraverso l’ideale contorno dei 'segni estetici', la tensione d’amore di dio libero, bello e seducente che essa stessa rappresenta. I segni estetici che esprimono l’amore libero, bello e seducente, ben visibili nella dimensione dei sensi, sono stati rappresentati inizialmente dall’incommensurabile varietà rappresentativa della natura, sono stati selezionati dalla coscienza umana, e poi rappresentati inconsapevolmente della ragione.Tra le percezioni non visive, esiste quella propria della coscienza umana che “spinge” la ragione pratica dell’artista a rappresentare nel particolare dell’opera d’arte, attraverso segni, superfici e volumi estetici, lo spaziotempo universale della bellezza e dell’amore. <P CLASS="western" STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm">La ragione, dopo aver svelato tutto l’universo percettivo traducendo lo spaziotempo rappresentato e testimoniato dai segni estetici in parola e verbo, s’identifica alla coscienza madre: tutto è ragione, esperienza e coscienza, la quale assume finalmente il vero significato della consapevolezza.<P CLASS="western" STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm">È la consapevolezza dei significati espressivi delle rappresentazioni che convertono le percezioni in esperienze. Ci sarà alla fine della ricerca, quindi, un accordo ultimo tra segni rappresentati dalla ragione e quelli proposti dalla coscienza, un accordo tra mente e natura, tra l’uomo e dio.<P ALIGN=JUSTIFY STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%"> <P ALIGN=LEFT STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">'La ragione' nasce, nell’apparente stato di assoluta evidenza visiva, come sottoinsieme della coscienza madre in grado di ricordare, ordinare, collegare ed esprimere'esperienze pratiche e teoretiche'visivamente osservate (ragione visiva). Poi, artefice dell’indagine sulla natura, è costretta a oltrepassare il limite del senso della vista (ragione non visiva) e a sperimentare la natura invisibile per conoscerla e rappresentarla. <P ALIGN=LEFT STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%"> <P ALIGN=LEFT STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">Esperienze pratiche: attività quotidiane consapevoli della ragione, con le quali si sperimentano anche esperienze teoretiche.<P ALIGN=LEFT STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%"><P ALIGN=LEFT STYLE="margin-left: 1cm; margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">Esperienze teoretiche: attività consapevoli della ragione con le quali s’ipotizzano procedure sperimentali di esperienze pratiche.<P ALIGN=LEFT STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; line-height: 115%"> <P ALIGN=LEFT STYLE="margin-right: 0.05cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">Una volta superato il limite del senso della vista, per ragionare correttamente, occorre prima conoscere l’esatta rappresentazione spaziotemporale dell’“oggetto” invisibile e dopo tradurre la sua rappresentazione in espressione, cioè in parola e verbo.<P CLASS="western" STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">Per trascinare in modo pratico la ragione a identificarsi con la coscienza (vera ragione) e quindi con dio, è fondamentale rappresentare unitamente i termini che configurano tutti gli “oggetti” visibili e invisibili della natura, energia, spazio e tempo, per poi tradurli rispettivamente in pensiero, parola e verbo. <P CLASS="western" STYLE="margin-right: -0cm; margin-bottom: 0cm; line-height: 115%">Questo compito è stato svolto brillantemente dall’arte che ha invertito i termini della ricerca: invece di sperimentare l’Energia per conoscere come si rappresenta dio, sperimenta la rappresentazione per osservare e conoscere dio. <P CLASS="western" STYLE="margin-bottom: 0cm">