Percezioni: differenze tra le versioni
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− | percezioni ed esperienze'''< | + | Coscienza e ragione:''' |
− | + | percezioni ed esperienze''' | |
− | coscienza''''' | + | |
− | è la vera | + | |
− | invisibile'' | + | <br> |
− | è l’esperienza non visiva più autorevole della mente, è il | + | |
− | Pensiero che si testimonia e rivela l’esistenza di dio; essa è | + | |
− | increata e nasce spontaneamente in assenza di volontà | + | '''''La |
− | dall’autoregolamentazione di tutte le esperienze, conoscenze e | + | coscienza''''', |
− | percezioni. La coscienza perciò è natura, esprime lo spaziotempo | + | è la vera ''ragione |
− | assoluto di dio che cerca di rappresentare stimolando la ragione; | + | invisibile'', |
− | essa, essendo natura, svolge un’azione rappresentativa con | + | è l’esperienza non visiva più autorevole della mente, è il |
− | l’ambiente visivo attraverso le | + | Pensiero che si testimonia e rivela l’esistenza di dio; essa è |
− | considera, cioè, lo spaziotempo rappresentato dagli oggetti naturali | + | increata e nasce spontaneamente in assenza di volontà |
− | o creati dall’uomo e, confrontandolo con quello che essa stessa | + | dall’autoregolamentazione di tutte le esperienze, conoscenze e |
− | esprime, lo traduce in emozioni. | + | percezioni. La coscienza perciò è natura, esprime lo spaziotempo |
− | percezioni sono esperienze messaggere ancora non del tutto comprese | + | assoluto di dio che cerca di rappresentare stimolando la ragione; |
− | dalla ragione, limitata dal senso della vista; si distinguono in | + | essa, essendo natura, svolge un’azione rappresentativa con |
− | e in | + | l’ambiente visivo attraverso le '''''percezioni'''''; |
− | visive''''' | + | considera, cioè, lo spaziotempo rappresentato dagli oggetti naturali |
− | e comprendono la percezione di dio espresso dalla coscienza stessa, | + | o creati dall’uomo e, confrontandolo con quello che essa stessa |
− | la quale, poiché è natura, si rappresenta attraverso l’ancora | + | esprime, lo traduce in emozioni. |
− | sconosciuto spaziotempo sempre-presente.< | + | |
− | + | ||
− | percezioni visive''' | + | Le |
− | l’oggetto, naturale o artificiale, | + | percezioni sono esperienze messaggere ancora non del tutto comprese |
− | con la coscienza; più precisamente, sono | + | dalla ragione, limitata dal senso della vista; si distinguono in '''''visive''''' |
− | rappresentative non ben comprese dalla ragione, che dall’ambiente | + | e in '''''non |
− | pervengono alla coscienza. | + | visive''''' |
− | Tutti gli oggetti sono rappresentati da volumi, superfici e segni | + | e comprendono la percezione di dio espresso dalla coscienza stessa, |
− | spaziotemporali che la coscienza traduce in percezioni di sensazioni | + | la quale, poiché è natura, si rappresenta attraverso l’ancora |
− | (libertà, bellezza, seduzione) e sentimenti (amore, ricordi, | + | sconosciuto spaziotempo sempre-presente. |
− | aspirazioni), ma dei quali ancora non si conoscono con la | + | |
− | consapevolezza della ragione i loro significati letterali, | + | |
− | indispensabili perché traducono lo spaziotempo fisico rappresentato | + | <br> |
− | con qualcosa di esterno in linguaggio umanistico, in parola e verbo. | + | |
− | I | + | |
− | estetici'' | + | '''Le |
− | sono già presenti sia in natura sia nell’opera d’arte, | + | percezioni visive''' collegano |
− | selezionati inconsapevolmente dalla coscienza. | + | l’oggetto, naturale o artificiale, |
− | percezioni visive, quindi, sono messaggere di | + | con la coscienza; più precisamente, sono esperienze |
− | e sentimenti | + | rappresentative non ben comprese dalla ragione, che dall’ambiente |
− | provenienti da volumi, superfici e segni che rappresentano lo | + | pervengono alla coscienza. |
− | spaziotempo di tutto ciò che si osserva, dall’insieme degli | + | Tutti gli oggetti sono rappresentati da volumi, superfici e segni |
− | “oggetti” naturali e degli esseri viventi all’insieme delle | + | spaziotemporali che la coscienza traduce in percezioni di sensazioni |
− | creazioni intellettuali visibili. | + | (libertà, bellezza, seduzione) e sentimenti (amore, ricordi, |
− | percezioni visive sono portatrici di un | + | aspirazioni), ma dei quali ancora non si conoscono con la |
− | educativo'' | + | consapevolezza della ragione i loro significati letterali, |
− | se provengono dai segni estetici evolutisi nelle configurazioni della | + | indispensabili perché traducono lo spaziotempo fisico rappresentato |
− | natura e nel susseguirsi delle opere d’arte e sono, quindi, | + | con qualcosa di esterno in linguaggio umanistico, in parola e verbo. |
− | concordi alla coscienza; il messaggio invece è | + | I ''segni |
− | se i segni, rappresentati dalla forza incontrollata del Pensiero, non | + | estetici'' |
− | corrispondono al principio di libertà, bellezza e amore “suggeriti” | + | sono già presenti sia in natura sia nell’opera d’arte, |
− | dalla coscienza. La | + | selezionati inconsapevolmente dalla coscienza. |
− | percezione visiva sottintende, a livello delle cellule nervose, | + | |
− | operazioni selettive indispensabili per il riconoscimento degli | + | |
− | oggetti e per la valutazione delle sensazioni e dei sentimenti | + | Le |
− | provenienti da essi. | + | percezioni visive, quindi, sono messaggere di sensazioni |
− | oggetto si riconosce quando le sue proprietà ci permettono di | + | e sentimenti |
− | distinguerlo dagli altri. | + | provenienti da volumi, superfici e segni che rappresentano lo |
− | prima operazione è il processo di riconoscimento,</ | + | spaziotempo di tutto ciò che si osserva, dall’insieme degli |
− | che isola l’oggetto dallo sfondo, identificandone i soli contorni. | + | “oggetti” naturali e degli esseri viventi all’insieme delle |
− | Il | + | creazioni intellettuali visibili. Le |
− | che divide l’oggetto dallo sfondo, infatti, ha carattere peculiare. | + | percezioni visive sono portatrici di un ''messaggio |
− | In prima analisi si individua il contorno dell’oggetto; se esso si | + | educativo'' |
− | muove (o è la nostra testa a farlo) è possibile distinguerlo dallo | + | se provengono dai segni estetici evolutisi nelle configurazioni della |
− | sfondo grazie al movimento continuo verso la stessa direzione di | + | natura e nel susseguirsi delle opere d’arte e sono, quindi, |
− | tutti i suoi contorni. In seconda analisi, se l’oggetto è | + | concordi alla coscienza; il messaggio invece è ''diseducativo'' |
− | immobile, esso si distingue dal colore, dalla luminosità e dalle sue | + | se i segni, rappresentati dalla forza incontrollata del Pensiero, non |
− | proprietà spaziali. Per la coscienza preposta al giudizio, non è | + | corrispondono al principio di libertà, bellezza e amore “suggeriti” |
− | importante la materia che configura l’oggetto, poiché può | + | dalla coscienza. La |
− | giudicarlo indipendentemente da ciò che lo costituisce, ma ciò che | + | percezione visiva sottintende, a livello delle cellule nervose, |
− | è fondamentale è il segno ovvero il solo contorno. | + | operazioni selettive indispensabili per il riconoscimento degli |
− | seconda operazione è il processo di valutazione,</ | + | oggetti e per la valutazione delle sensazioni e dei sentimenti |
− | che esamina il sentimento o la sensazione che proviene dal segno. Con | + | provenienti da essi. |
− | l’analisi del segno, la coscienza oltre ad esaminare l’universo | + | |
− | degli oggetti visibili, giudica il loro fascino poiché coscienza, | + | |
− | libertà, bellezza e amore sono un tutt’uno. L’oggetto, | + | Ogni |
− | attraverso la percezione del segno, infatti, è giudicato dalla | + | oggetto si riconosce quando le sue proprietà ci permettono di |
− | coscienza, che decide se è più bello di un altro oggetto | + | distinguerlo dagli altri. |
− | appartenente alla stessa categoria. | + | |
− | della scoperta di dio dell’Energia, il quale tutto configura, | + | |
− | unifica e spiega, la coscienza ha esaminato ed evoluto i segni | + | ''<u>La |
− | estetici della libertà, della bellezza e dell’amore senza | + | prima operazione è il processo di riconoscimento,</u>'' |
− | implicare consapevolmente la ragione; con i segni estetici | + | che isola l’oggetto dallo sfondo, identificandone i soli contorni. |
− | riscontrati in dio l’analisi è espressa in modo consapevole dalla | + | Il ''<u>'''segno'''</u>'' |
− | ragione, che coincide quindi con la stessa coscienza. < | + | che divide l’oggetto dallo sfondo, infatti, ha carattere peculiare. |
− | + | In prima analisi si individua il contorno dell’oggetto; se esso si | |
− | percezioni non visive''' | + | muove (o è la nostra testa a farlo) è possibile distinguerlo dallo |
− | sono esperienze di emozioni della coscienza non ben comprese dalla | + | sfondo grazie al movimento continuo verso la stessa direzione di |
− | ragione e che pervengono all’ambiente. | + | tutti i suoi contorni. In seconda analisi, se l’oggetto è |
− | Le percezioni non visive della coscienza sono portatrici dei | + | immobile, esso si distingue dal colore, dalla luminosità e dalle sue |
− | propositivi'' | + | proprietà spaziali. Per la coscienza preposta al giudizio, non è |
− | Con tali messaggi la coscienza ha determinato imperativamente la | + | importante la materia che configura l’oggetto, poiché può |
− | ragion pratica degli artisti a rappresentare, attraverso l’ideale | + | giudicarlo indipendentemente da ciò che lo costituisce, ma ciò che |
− | contorno dei | + | è fondamentale è il segno ovvero il solo contorno. |
− | estetici'''</ | + | |
− | la tensione d’amore di dio libero, bello e seducente che essa | + | |
− | stessa rappresenta. | + | ''<u>La |
− | + | seconda operazione è il processo di valutazione,</u>'' | |
− | estetici'' | + | che esamina il sentimento o la sensazione che proviene dal segno. Con |
− | che esprimono l’amore libero, bello e seducente, ben visibili nella | + | l’analisi del segno, la coscienza oltre ad esaminare l’universo |
− | dimensione dei sensi, sono stati rappresentati inizialmente | + | degli oggetti visibili, giudica il loro fascino poiché coscienza, |
− | dall’incommensurabile varietà rappresentativa della natura, sono | + | libertà, bellezza e amore sono un tutt’uno. L’oggetto, |
− | stati selezionati dalla coscienza umana, e poi rappresentati | + | attraverso la percezione del segno, infatti, è giudicato dalla |
− | inconsapevolmente della ragione. | + | coscienza, che decide se è più bello di un altro oggetto |
− | le percezioni non visive, | + | appartenente alla stessa categoria. |
− | esiste quella propria della coscienza umana che “spinge” la | + | |
− | ragione pratica dell’artista a rappresentare nel particolare | + | |
− | dell’opera d’arte, attraverso segni, superfici e volumi estetici, | + | Prima |
− | lo spaziotempo universale della bellezza e dell’amore. | + | della scoperta di dio dell’Energia, il quale tutto configura, |
− | ragione, dopo aver svelato tutto l’universo percettivo traducendo | + | unifica e spiega, la coscienza ha esaminato ed evoluto i segni |
− | lo spaziotempo rappresentato e testimoniato dai segni estetici in | + | estetici della libertà, della bellezza e dell’amore senza |
− | parola e verbo, s’identifica alla coscienza madre: tutto è | + | implicare consapevolmente la ragione; con i segni estetici |
− | ragione, esperienza e coscienza, la quale assume finalmente il vero | + | riscontrati in dio l’analisi è espressa in modo consapevole dalla |
− | significato della consapevolezza. | + | ragione, che coincide quindi con la stessa coscienza. |
− | la consapevolezza dei significati espressivi delle rappresentazioni | + | |
− | che convertono le percezioni in esperienze. Ci sarà alla fine della | + | |
− | ricerca, quindi, un accordo ultimo tra segni rappresentati dalla | + | <br> |
− | ragione e quelli proposti dalla coscienza, un accordo tra mente e | + | |
− | natura, tra l’uomo e dio.< | + | |
− | + | '''Le | |
− | ragione'' | + | percezioni non visive''' |
− | nasce, nell’apparente stato di assoluta evidenza visiva, come | + | sono esperienze di emozioni della coscienza non ben comprese dalla |
− | sottoinsieme della coscienza madre in grado di ricordare, ordinare, | + | ragione e che pervengono all’ambiente. |
− | collegare ed esprimere | + | Le percezioni non visive della coscienza sono portatrici dei ''messaggi |
− | pratiche e teoretiche'' | + | propositivi''. |
− | osservate ( | + | Con tali messaggi la coscienza ha determinato imperativamente la |
− | visiva | + | ragion pratica degli artisti a rappresentare, attraverso l’ideale |
− | Poi, artefice dell’indagine sulla natura, è costretta a | + | contorno dei ''<u>'''segni |
− | oltrepassare il limite del senso della vista ( | + | estetici'''</u>'', |
− | non visiva | + | la tensione d’amore di dio libero, bello e seducente che essa |
− | e a sperimentare la natura invisibile per conoscerla e | + | stessa rappresenta. I |
− | rappresentarla. < | + | ''segni |
− | + | estetici'' | |
− | pratiche | + | che esprimono l’amore libero, bello e seducente, ben visibili nella |
− | attività quotidiane consapevoli della ragione, con le quali si | + | dimensione dei sensi, sono stati rappresentati inizialmente |
− | sperimentano anche esperienze teoretiche. | + | dall’incommensurabile varietà rappresentativa della natura, sono |
− | teoretiche | + | stati selezionati dalla coscienza umana, e poi rappresentati |
− | attività consapevoli della ragione con le quali s’ipotizzano | + | inconsapevolmente della ragione. Tra |
− | procedure sperimentali di esperienze pratiche.< | + | le percezioni non visive, |
− | + | esiste quella propria della coscienza umana che “spinge” la | |
− | volta superato il limite del senso della vista, per ragionare | + | ragione pratica dell’artista a rappresentare nel particolare |
− | correttamente, occorre prima conoscere l’esatta rappresentazione | + | dell’opera d’arte, attraverso segni, superfici e volumi estetici, |
− | spaziotemporale dell’“oggetto” invisibile e dopo tradurre la | + | lo spaziotempo universale della bellezza e dell’amore. |
− | sua rappresentazione in espressione, cioè in | + | |
− | e | + | |
− | trascinare in modo pratico la ragione a identificarsi con la | + | La |
− | coscienza (vera ragione) e quindi con dio, è fondamentale | + | ragione, dopo aver svelato tutto l’universo percettivo traducendo |
− | rappresentare unitamente i termini che configurano tutti gli | + | lo spaziotempo rappresentato e testimoniato dai segni estetici in |
− | “oggetti” visibili e invisibili della natura, energia, spazio e | + | parola e verbo, s’identifica alla coscienza madre: tutto è |
− | tempo, per poi tradurli rispettivamente in pensiero, parola e verbo. | + | ragione, esperienza e coscienza, la quale assume finalmente il vero |
− | compito è stato svolto brillantemente dall’arte che ha invertito i | + | significato della consapevolezza. |
− | termini della ricerca: invece di sperimentare l’Energia per | + | |
− | conoscere come si rappresenta dio, sperimenta la rappresentazione per | + | |
− | osservare e conoscere dio. | + | È |
+ | la consapevolezza dei significati espressivi delle rappresentazioni | ||
+ | che convertono le percezioni in esperienze. Ci sarà alla fine della | ||
+ | ricerca, quindi, un accordo ultimo tra segni rappresentati dalla | ||
+ | ragione e quelli proposti dalla coscienza, un accordo tra mente e | ||
+ | natura, tra l’uomo e dio. | ||
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+ | '''''La | ||
+ | ragione''''' | ||
+ | nasce, nell’apparente stato di assoluta evidenza visiva, come | ||
+ | sottoinsieme della coscienza madre in grado di ricordare, ordinare, | ||
+ | collegare ed esprimere''' ''esperienze | ||
+ | pratiche e teoretiche'' '''visivamente | ||
+ | osservate (''ragione | ||
+ | visiva''). | ||
+ | Poi, artefice dell’indagine sulla natura, è costretta a | ||
+ | oltrepassare il limite del senso della vista (''ragione | ||
+ | non visiva'') | ||
+ | e a sperimentare la natura invisibile per conoscerla e | ||
+ | rappresentarla. | ||
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+ | <br> | ||
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+ | pratiche''': | ||
+ | attività quotidiane consapevoli della ragione, con le quali si | ||
+ | sperimentano anche esperienze teoretiche. | ||
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+ | teoretiche''': | ||
+ | attività consapevoli della ragione con le quali s’ipotizzano | ||
+ | procedure sperimentali di esperienze pratiche. | ||
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+ | volta superato il limite del senso della vista, per ragionare | ||
+ | correttamente, occorre prima conoscere l’esatta rappresentazione | ||
+ | spaziotemporale dell’“oggetto” invisibile e dopo tradurre la | ||
+ | sua rappresentazione in espressione, cioè in ''parola'' | ||
+ | e ''verbo''. | ||
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+ | trascinare in modo pratico la ragione a identificarsi con la | ||
+ | coscienza (vera ragione) e quindi con dio, è fondamentale | ||
+ | rappresentare unitamente i termini che configurano tutti gli | ||
+ | “oggetti” visibili e invisibili della natura, energia, spazio e | ||
+ | tempo, per poi tradurli rispettivamente in pensiero, parola e verbo. | ||
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+ | compito è stato svolto brillantemente dall’arte che ha invertito i | ||
+ | termini della ricerca: invece di sperimentare l’Energia per | ||
+ | conoscere come si rappresenta dio, sperimenta la rappresentazione per | ||
+ | osservare e conoscere dio. |
Versione delle 17:01, 14 apr 2015
Coscienza e ragione: percezioni ed esperienze
La
coscienza,
è la vera ragione
invisibile,
è l’esperienza non visiva più autorevole della mente, è il
Pensiero che si testimonia e rivela l’esistenza di dio; essa è
increata e nasce spontaneamente in assenza di volontà
dall’autoregolamentazione di tutte le esperienze, conoscenze e
percezioni. La coscienza perciò è natura, esprime lo spaziotempo
assoluto di dio che cerca di rappresentare stimolando la ragione;
essa, essendo natura, svolge un’azione rappresentativa con
l’ambiente visivo attraverso le percezioni;
considera, cioè, lo spaziotempo rappresentato dagli oggetti naturali
o creati dall’uomo e, confrontandolo con quello che essa stessa
esprime, lo traduce in emozioni.
Le
percezioni sono esperienze messaggere ancora non del tutto comprese
dalla ragione, limitata dal senso della vista; si distinguono in visive
e in non
visive
e comprendono la percezione di dio espresso dalla coscienza stessa,
la quale, poiché è natura, si rappresenta attraverso l’ancora
sconosciuto spaziotempo sempre-presente.
Le
percezioni visive collegano
l’oggetto, naturale o artificiale,
con la coscienza; più precisamente, sono esperienze
rappresentative non ben comprese dalla ragione, che dall’ambiente
pervengono alla coscienza.
Tutti gli oggetti sono rappresentati da volumi, superfici e segni
spaziotemporali che la coscienza traduce in percezioni di sensazioni
(libertà, bellezza, seduzione) e sentimenti (amore, ricordi,
aspirazioni), ma dei quali ancora non si conoscono con la
consapevolezza della ragione i loro significati letterali,
indispensabili perché traducono lo spaziotempo fisico rappresentato
con qualcosa di esterno in linguaggio umanistico, in parola e verbo.
I segni
estetici
sono già presenti sia in natura sia nell’opera d’arte,
selezionati inconsapevolmente dalla coscienza.
Le
percezioni visive, quindi, sono messaggere di sensazioni
e sentimenti
provenienti da volumi, superfici e segni che rappresentano lo
spaziotempo di tutto ciò che si osserva, dall’insieme degli
“oggetti” naturali e degli esseri viventi all’insieme delle
creazioni intellettuali visibili. Le
percezioni visive sono portatrici di un messaggio
educativo
se provengono dai segni estetici evolutisi nelle configurazioni della
natura e nel susseguirsi delle opere d’arte e sono, quindi,
concordi alla coscienza; il messaggio invece è diseducativo
se i segni, rappresentati dalla forza incontrollata del Pensiero, non
corrispondono al principio di libertà, bellezza e amore “suggeriti”
dalla coscienza. La
percezione visiva sottintende, a livello delle cellule nervose,
operazioni selettive indispensabili per il riconoscimento degli
oggetti e per la valutazione delle sensazioni e dei sentimenti
provenienti da essi.
Ogni
oggetto si riconosce quando le sue proprietà ci permettono di
distinguerlo dagli altri.
La
prima operazione è il processo di riconoscimento,
che isola l’oggetto dallo sfondo, identificandone i soli contorni.
Il segno
che divide l’oggetto dallo sfondo, infatti, ha carattere peculiare.
In prima analisi si individua il contorno dell’oggetto; se esso si
muove (o è la nostra testa a farlo) è possibile distinguerlo dallo
sfondo grazie al movimento continuo verso la stessa direzione di
tutti i suoi contorni. In seconda analisi, se l’oggetto è
immobile, esso si distingue dal colore, dalla luminosità e dalle sue
proprietà spaziali. Per la coscienza preposta al giudizio, non è
importante la materia che configura l’oggetto, poiché può
giudicarlo indipendentemente da ciò che lo costituisce, ma ciò che
è fondamentale è il segno ovvero il solo contorno.
La
seconda operazione è il processo di valutazione,
che esamina il sentimento o la sensazione che proviene dal segno. Con
l’analisi del segno, la coscienza oltre ad esaminare l’universo
degli oggetti visibili, giudica il loro fascino poiché coscienza,
libertà, bellezza e amore sono un tutt’uno. L’oggetto,
attraverso la percezione del segno, infatti, è giudicato dalla
coscienza, che decide se è più bello di un altro oggetto
appartenente alla stessa categoria.
Prima
della scoperta di dio dell’Energia, il quale tutto configura,
unifica e spiega, la coscienza ha esaminato ed evoluto i segni
estetici della libertà, della bellezza e dell’amore senza
implicare consapevolmente la ragione; con i segni estetici
riscontrati in dio l’analisi è espressa in modo consapevole dalla
ragione, che coincide quindi con la stessa coscienza.
Le
percezioni non visive
sono esperienze di emozioni della coscienza non ben comprese dalla
ragione e che pervengono all’ambiente.
Le percezioni non visive della coscienza sono portatrici dei messaggi
propositivi.
Con tali messaggi la coscienza ha determinato imperativamente la
ragion pratica degli artisti a rappresentare, attraverso l’ideale
contorno dei 'segni
estetici',
la tensione d’amore di dio libero, bello e seducente che essa
stessa rappresenta. I
segni
estetici
che esprimono l’amore libero, bello e seducente, ben visibili nella
dimensione dei sensi, sono stati rappresentati inizialmente
dall’incommensurabile varietà rappresentativa della natura, sono
stati selezionati dalla coscienza umana, e poi rappresentati
inconsapevolmente della ragione. Tra
le percezioni non visive,
esiste quella propria della coscienza umana che “spinge” la
ragione pratica dell’artista a rappresentare nel particolare
dell’opera d’arte, attraverso segni, superfici e volumi estetici,
lo spaziotempo universale della bellezza e dell’amore.
La
ragione, dopo aver svelato tutto l’universo percettivo traducendo
lo spaziotempo rappresentato e testimoniato dai segni estetici in
parola e verbo, s’identifica alla coscienza madre: tutto è
ragione, esperienza e coscienza, la quale assume finalmente il vero
significato della consapevolezza.
È
la consapevolezza dei significati espressivi delle rappresentazioni
che convertono le percezioni in esperienze. Ci sarà alla fine della
ricerca, quindi, un accordo ultimo tra segni rappresentati dalla
ragione e quelli proposti dalla coscienza, un accordo tra mente e
natura, tra l’uomo e dio.
La
ragione
nasce, nell’apparente stato di assoluta evidenza visiva, come
sottoinsieme della coscienza madre in grado di ricordare, ordinare,
collegare ed esprimere' esperienze
pratiche e teoretiche 'visivamente
osservate (ragione
visiva).
Poi, artefice dell’indagine sulla natura, è costretta a
oltrepassare il limite del senso della vista (ragione
non visiva)
e a sperimentare la natura invisibile per conoscerla e
rappresentarla.
Esperienze
pratiche:
attività quotidiane consapevoli della ragione, con le quali si
sperimentano anche esperienze teoretiche.
Esperienze
teoretiche:
attività consapevoli della ragione con le quali s’ipotizzano
procedure sperimentali di esperienze pratiche.
Una
volta superato il limite del senso della vista, per ragionare
correttamente, occorre prima conoscere l’esatta rappresentazione
spaziotemporale dell’“oggetto” invisibile e dopo tradurre la
sua rappresentazione in espressione, cioè in parola
e verbo.
Per
trascinare in modo pratico la ragione a identificarsi con la
coscienza (vera ragione) e quindi con dio, è fondamentale
rappresentare unitamente i termini che configurano tutti gli
“oggetti” visibili e invisibili della natura, energia, spazio e
tempo, per poi tradurli rispettivamente in pensiero, parola e verbo.
Questo
compito è stato svolto brillantemente dall’arte che ha invertito i
termini della ricerca: invece di sperimentare l’Energia per
conoscere come si rappresenta dio, sperimenta la rappresentazione per
osservare e conoscere dio.